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” Il Buio ” dipinti di Marco Petacchi


31/10/2011

La Galleria San Francesco, arte contemporanea, presenta

” Il Buio “

dipinti di Marco Petacchi

Inaugurazione: sabato 5 novembre, h.17.00.
Mostra aperta fino a domenica 27 novembre.
Orari: tutti i pomeriggi 16.00/ 19.30; esclusi il lunedì e giovedì.

Marco Petacchi nasce a Reggio Emilia nel 1975.
La serie di dipinti proposti in questa mostra sono una denuncia attualissima del giovane artista espressionista sulle
deformazioni del potere.
I volti ellittici e bestiali del medico, dell’arrivista, dell’ infermiere, del buracrate, del capitano d’industria ecc., proposti da Petacchi,
sono maschere tragiche: personaggi straziati, disumanizzati, senza via d’ uscita nè speranza, nei quali anche l’anima sembra
sia stata annullata dalle atrocità di un potere distruttore; anch’essi vittime, e per primi vittime, della sconfitta di ogni progetto razionalista
e della solidarietà e del trionfo degli egoismi individuali.
E cosi Petacchi scrive di questi personaggi che ha trasferito sulla tela, che arrivano al lui nel Buio appunto, nella modalità dell’incubo.

IL BUIO

…Sono arrivati all’imbrunire, quando la luce se ne va e scende il buio …

Ho avvertito la loro presenza ancor prima di vederli: suoni soffocati, colori spenti e l’aria che si fa più spessa, quasi elettrica.

Si muovono nel buio, strisciano, scavano, e piano piano affiorano, crescono e si fanno forti, vogliono essere visti… Tu provi ad ignorarli, chiudi la porta a chiave, sbarri le finestre, ma loro grattano, spingono e insistono fino a che non sei costretto a cedere.

Eccoli davanti a te, finalmente si mostrano per ciò che sono realmente: esseri viscidi, ( visioni oniriche), figure informi che ti fissano e ti obbligano a guardarli negli occhi, quegli occhi beffardi, quelle bocche mostruose che ridono di te, delle tue paure e del tuo destino ridicolo..

Anche stavolta si fermeranno poco, giusto il tempo di farsi guardare, di spaventarti e frastornarti con il loro sordido vocio, la loro presenza inquietante e poi via, di nuovo inghiottiti nel buio.

Ma torneranno ancora, tanta altre volte; potranno mutare aspetto, forma, ma di loro non ti libererai, in fondo sono sempre stati con te, li hai alimentati e nutriti con le tue stesse cellule e loro torneranno,sempre, come un ombra che ti accompagna pronta a saltare fuori non appena abbassi le difese .… Eh chissà, forse la prossima volta resteranno più a lungo, di più, sempre di più..

M.P.

Con preghera di darne comunicazione sulla stampa locale

” Mille e Due Notti ” dipinti di Claudia Bianchi


29/09/2011

La Galleria San Francesco, arte contemporanea, presenta

” Mille e Due Notti “

dipinti di Claudia Bianchi

Inaugurazione: sabato 1 ottobre 2011, h. 17.00; fino al 30 ottobre.

Claudia Bianchi è nata a Guastalla ( RE ), dove vive e lavora.
La sua ricerca artistica percorre un realismo quasi parossistico, esasperato, ricercato nel minimo dettaglio figurativo.
Le opere della Bianchi si collocano in termini di denuncia e interpretazione dell’attuale tessuto sociale.
Corpi perfetti di donne ideali e idealizzate trasmettono una sensualità costante e velata di rimandi al mondo della moda.
Queste figure di donne diventano modelle e allo stesso tempo complici, insieme all’osservatore, di una femminilità che,
se da un lato si rivendica come tale, dall’altro non è che un vuoto involucro, un simulacro che nasconde spesso angosce,
dubbi, incertezze, ma soprattutto debolezze.
E’ dunque una femminilità nel concetto, pur essendo evidentemente figurativa, quasi fotografica.
Con preghiera di dare notizia della mostra sulla stampa locale.

“la Solitude du Silence ” Fotografie di FABIO VEZZANI


08 / 09 /2011
La Galleria San Francesco ” La casa gialla”
Arte contemporanea, presenta

“la Solitude du Silence “

Fotografie di FABIO VEZZANI

Inaugurazione: sabato 10 settembre 2011, h. 17.00
fino a domenica 25 settembre

La mostra fotografica del giovane autore reggiano, ha per tema il paesaggio.
I luoghi ritratti nelle immagini proposte, sono immersi in atmosfere temporalesche che ricordano gli uragani d’oltreoceano.
Gli edifici diroccati, le archeologie industriali, le infinite pianure padane, appaiono fuori dal tempo e dallo spazio;
sebbene impersonali e in assenza della presenza umana, rivelano, a uno sguardo più attento, malinconia e solitudine, sopratutto nel momento in cui la bellezza formale degli edifici viene messa a confronto con la tristezza del loro abbandono.
La solitudine del silenzio, appunto.